Eccoci arrivati alla terza edizione di Brugole e merletti!
Di seguito il programma.
Tutte le info complete su http://doityourtrash.noblogs.org
- h 20 cena benefit NoExpo bus
- h 21 Ninux
- h 22.30 concerto –Juggernaut + Deaf Eyes
Sab 18 aprile
- h 15 inizio laboratori (Book scanner – a cura di Insomnia Lab (Rm), Video proiettore DIY – a cura di ofPCina (Bo), Riparazione e conversione di una pompa idraulica – a cura della Fattoria senza padroni Mondeggi, NextEmerson Float )
- h 15.30 Riconoscere le piante officinali (teoria, passeggiata e raccolta)
- h 18 Una web radio partendo da zero – a cura di Radio Blackout (To)
- h 18 Tecnica vocale
- h 20 cena benefit Vetrina dell’editoria anarchica 2015
- h 20.30 Radio Blackout in diretta dal NextEmerson
- h 22.30 concerto – Brugole e Rock and Roll! ( Benefit Ruggine )
Ma cos’e’ Brugole e Merletti ???
Negli ultimi cinquant’anni si e’ fatta strada nelle nostre vite un’insistente idea di progresso. Il benessere individuale si misurava in soldi, macchine e elettrodomestici, la crescente padronanza nell’uso delle tecnologie informatiche ci avrebbe affrancato dalla schiavitù del lavoro. L’informatica e la microelettronica sono state elette a scienze del futuro, i tecnici sacerdoti di una casta oscura. Eppure smontare un computer non è molto diverso da smontare un motore. La tecnologia del progresso era una tecnologia inaccessibile e lontana, determinata dall’alto e guidata da scelte di mercato. Saper lavorare la terra, conoscere i ritmi delle stagioni, essere in grado di intrecciare cesti, riparare macchine diventava il simbolo di un “vecchio mondo”. Il mondo nuovo, quello veloce e elettronico, ci avrebbe liberato: ci avrebbe dato cibo in abbondanza senza farci faticare, ci avrebbe riempito di cianfrusaglie bellissime, di plastica usa e getta, di una frivola e rilassata agiatezza.
Arrivati ad oggi pero’ è sempre piu’ difficile riuscire seriamente a sostenere l’ideologia di un progresso le cui macerie e devastazioni crescono di giorno in giorno. Abitiamo un mondo soffocato dal cemento, dalla plastica e dai rifiuti, la tecnologia, lungi dall’affrancarci, ci ha invece reso ancora piu’ dipendenti e ansiosi.
Traditi da un’idea falsa e inconsistente, ci siamo ritrovati un bel giorno spiazzati, con delle mani sempre piu’ inutili e incapaci di sopravvivere senza un supermercato aperto.
Triste è il futuro, se non impariamo da capo le conoscenze che abbiamo perso, vuote le critiche, se non alleniamo il cervello a una pragmaticità della sopravvivenza.
Dobbiamo riproporci di diventare abili in mille tecniche, utilizzare la curiosita’, ibridare le specializzazioni, recuperare le vecchie capacita’ perdute e unirle alle possibilita’ date dai nuovi strumenti. Una stampante 3D ci aiuterà a riparare un tornio, un software open source ci permettera’ di entrare nella centralina della nostra automobile..
Non e’ importante la tecnica, e’ importante l’approccio. Sporcarsi le mani imparando collettivamente e’ l’essenza dell’autogestione.